Giovanna Garbuio

Vittime e carnefici e Ho’oponopono, vediamo insieme cosa stride ->

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Vittime e carnefici e Ho’oponopono

Vittime e carnefici e Ho'oponopono
Parlando di vittime e carnefici e Ho’oponopono…

Energie Yin e energie Yang

Non si tratta di vittime e carnefici e Ho’oponopono, ma si tratta di me!

Tutto è Uno (mi avete mai sentito dirlo?). Non esistono vittime e carnefici. Ma esistono energie Yin e energie Yang e Ho’oponopono è la consapevolezza da cui partire.

Il “vittimismo” è uno degli atteggiamenti più sciaguratamente diffusi e distruttivi che l’umanità conosca, per quanto molto spesso assolutamente giustificato e comprensibile..

Fare la vittima, atteggiamento che comprende anche l’essere una vittima, vuol dire lasciarsi sopraffare dal prossimo, adagiandosi sulle lamentele, anziché affrontare la situazione. Essere una vittima e affrontare la situazione per prima cosa riconoscendo il proprio valore a prescindere dal fatto che sia o meno riconosciuto dall’esterno ci toglie già dal ruolo di “vittima”.

Sentirsi vittima (anche quando ci sobbarchiamo il dolore degli altri) è sostanzialmente un modo per non assumersi responsabilità ed evitare il cambiamento. Atteggiamento che ovviamente conduce inesorabilmente all’infelicità e alla frustrazione definitive, nonchè all’insofferenza di chi ci circonda ed è costretto a sopportarci.

Fare o non fare la vittima è determinante nel rapporto vittime e carnefici e Ho’oponopono

Fare o non fare la vittima dipende esclusivamente da noi, il ruolo dei cosiddetti carnefici è del tutto secondario, un semplice optional. Questo perchè le circostanze che ci fanno sentire una vittima e la presenza dei “carnefici” nella nostra esperienza dipendono da noi! Ogni vittima può abbandonare il suo atteggiamento vittimistico in ogni momento, preferibilmente Qui ed Ora, riconoscendo se stessa nella sua Reale Identità d’Amore potente.

La combinazione vittima-carnefice è un gioco di ruolo che esiste dalla notte dei tempi. Ma se il ruolo del carnefice può essere rivestito o meno, a seconda della propria volontà , assumendosene personalmente le conseguenze (che ci saranno eccome), quello di vittima DEVE essere abbandonato.

Anche quando affermiamo “io sono troppo sensibilie e soffro anche del dolore degli altri” ci stiamo crogiolando nel ruolo di vittima e ci stiamo ponendo alla vita da una vibrazione bassa, dalla quale possiamo infatti sperimentare la sofferenza.

Dobbiamo uscire da questo circolo, ne va della propria salute fisica e mentale e del benessere dell’umanità. Oltre al fatto che continuare a rimanerne invischiati non ha alcun tipo di utilità reale o evolutiva.

Tutto è Uno, l’Uno è Amore

Anche vittime e carnefici e Ho’oponopono

Tutto è Uno, l’Uno è Amore, tutto è Amore in movimento verso se stesso. Non esiste l’errore in un universo d’Amore! E’ semplicemente la nostra percezione che è limitata e non riesce a cogliere la perfezione dei fatti. Ciò che accade, la vita nel suo divenire ci sta semplicemente mostrando chi siamo, e sta mettendo in evidenza le nostre caratteristiche nella loro utilità o nella loro disfunzionalità. Più noi stazioniamo in un livello vibratorio basso più questi segnali della vita ci procurano sofferenza.

L’Universo è Amore e l’Amore non prevede l’esistenza dell’errore. Questo significa semplicemente che non esiste l’errore, non esiste qualcosa di sbagliato nell’Universo. Solo esiste la nostra percezione limitata (o vibratoriamente bassa) che ci fa vedere l’errore dove non c’è.

Siamo esseri umani imprigionati nella nostra sensorialità (5 sensi), che non ci permette di percepire le cose come sono. Ma ce le fa interpretare in base a come siamo. Proprio con l’intento di mostrarci appunto “come siamo”!

Noi non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo!

Il rapporto vittime e carnefici e Ho’oponopono è risolutivo

L’essenza dell’Universo, l’origine e l’essenza del Tutto, è Amore e l’Amore non sbaglia. Perché è Amore che qualunque cosa sia evolve in direzione dell’espansione di se stesso. Quindi ciò che accade non può essere sbagliato. Siamo noi che lo percepiamo come sbagliato o scorretto o cattivo perché siamo funzionalmente limitati.

Quando siamo a disagio con noi stessi, creiamo situazioni in cui sentirci ancora più a disagio. Si innescano meccanismi psicologici secondo cui ci incolpiamo per non essere perfetti – come nel profondo desideriamo. Ci paragoniamo a qualcuno che ci sembra incarnare tutto ciò che vorremmo essere, e ne usciamo sconfitti. Poi ci buttiamo giù e continuiamo a crearci eventi per cui mortificarci, sentirci in colpa, chiedere scusa per la nostra mancanza di valore – così è come ci percepiamo. a questo punto ci incastriamo nel vittimismo senza saperlo, né volerlo. Da cosa deriva questa sensazione di perenne inadeguatezza? Cosa possiamo fare per tirarcene fuori?

Gaia Giaccon

Il “Male” in sé non esiste

Quindi il rapporto vittime e carnefici e Ho’oponopono parte da questa consapevolezza

Ne deriva che il “Male” in sé non esiste. Il “male” è un concetto che nasce unicamente dalla nostra percezione.

I fatti sono fatti, ne buoni ne cattivi

Questo è ciò che sa vittime e carnefici e Ho’oponopono

Però per noi vedere l’errore, ci fa vivere male,  perchè crediamo che “l’errore” sia reale  e ne soffriamo.

Quindi è precisamente e soltanto sulla nostra percezione che dobbiamo lavorare. E se ci lavoreremo in modo efficace smetteremo davvero di soffrire. E smetteremo di conseguenza anche di “essere vittime”!

Forze apparentemente opposte e contrarie, le une alle altre, sono in realtà sempre connesse e interdipendenti.

Quando un’energia (quindi qualunque cosa, dato che tutto è energia) entra in contatto con un’altra energia, entrambe si influenzano e determinano il divenire di ognuna.

Vittime e carnefici e Ho’oponopono

Non esistono energie diverse

Questa consapevolezza è il rapporto vittime e carnefici e Ho’oponopono

Partendo dal presupposto che Tutto è Uno, l’Uno è Amore perciò tutto è Amore, diventa evidente che non possono esistere energie diverse.

Ogni energia è in essenza Amore. Perciò non esiste un’ energia buona e un’ energia cattiva. Ma esiste invece qualcosa, che attraverso la mia interpretazione, mi fa stare male e qualcosa che grazie alla mia interpretazione, mi fa stare bene.

Chi non ha nemici, non ha nemmeno amici

Il rapporto vittime e carnefici e Ho’oponopono è risolutivo

Proviamo ad osservare… Se possiamo essere odiati è perché possiamo essere amati.  L’amore e l’odio, intesi come sentimenti umani, sono  due lati della stessa medaglia.

Tutto è in  essenza Amore, perciò ogni cosa risale ad esso. Tutto ciò che viviamo è l’Amore universale (l’UNO) che si riflette nella coscienza umana. L’oscurità fa la sua parte, come la Luce! Ognuna recita il suo ruolo.

Tuttavia è innegabile che quando qualcosa, anche se so che è a causa della mia interpretazione limitata, mi fa stare male… Io sto male!

Ecco come funziona vittime e carnefici e Ho’oponopono

Gli altri siamo noi!  Sentirsi responsabili al 100%, significa sapere che la distanza fisica tra me e gli altri esseri del pianeta non esiste realmente, perché TUTTO è UNO.

Se Tutto è Amore e Tutto è Uno e io sono il Tutto e l’Uno e sono Amore, anche gli altri sono Uno con me! Semplice no?

​Quindi gli altri siamo noi! Smettiamo di voler cambiare gli altri e cominciamo ad agire su noi stessi che cambieranno anche gli altri… Che siamo noi!

Io ho potere solo su di me!

Il rapporto vittime e carnefici e Ho’oponopono è risolutivo

Quindi su tutto (dato che tutto è il mio riflesso), ma comunque partendo da me!

Gli altri ovviamente hanno la stessa responsabilità nei confronti di loro stessi. Ma questo non ci riguarda, a noi sta il compito di pulire noi stessi per qualsiasi evento ci coinvolga.

Tuttavia rimane innegabile sempre che se il nemico non è dentro… non è da nessuna perte!

Dunque lasciamo andare l’atteggiamento di vittime impotenti e cominciamo con l’accettare le circostanze e guardarci dentro, per scorgere tutti i doni che comunque veicolano.

Presenza e consapevolezza

Questo cambia tutto tra vittime e carnefici e Ho’oponopono

Spostiamo la nostra attenzione dai problemi e indirizziamola alla ricerca delle soluzioni e delle opportunità. Restiamo presenti a noi stessi anche e soprattutto quando le cose che accadono non ci piacciono.

Soprattutto ricordiamoci chi Siamo!

Se qualcosa ci emoziona, sia in positivo che in negativo, significa che in qualche modo da qualche parte ci appartiene o ci serve.

E questo non vuol dire che se siamo vittime di prevaricazioni che ci suscitano emozioni ce lo stiamo inventando. Ma se ci sentiamo vittime, è molto probabile, che ciò accada perché, da qualche parte, in un angolo remoto dentro di noi, siamo i primi ad essere o a voler essere o a temere di poter essere, i carnefici, oppure abbiamo le potenzialità per mostrare ai carnefici la loro disfunzionalità, ma non lo facciamo!

1° passo: assunzione di responsabilità

Perciò accettare la nostra responsabilità, ci dà la possibilità di capire quali sono le nostre potenzialità e cioè cosa possiamo fare nel concreto.

Finchè ragioniamo con lo schema mentale della vittima (non sono io il responsabile di ciò che mi accade, ma è il mondo che ce l’ha con me) e quindi diamo la colpa all’esterno di quello che ci succede, non riusciremo a prendere la direzione che ci fa stare bene consapevolmente… E’ impossibile!

Non considerarsi delle vittime, non significa che dal mondo fuori non ci siano stati determinati stimoli, ma significa che quegli stimoli si sono originati da un imput che viene comunque da noi. La prima causa siamo semprre noi.

Lo stimolo iniziale è sempre nostro

Questa consapevolezza cambia tutto tra vittime e carnefici e Ho’oponopono

Abbiamo creato noi le condizioni per cui quello stimolo, che ci serviva, (anche se non capiamo perchè e come) si originasse. Poi magari ci possiamo mettere anni per capire o per assimilare la lezione… o anche solo per assumerci consapevolmente la responsabilità.

Tutto quello che non ci va, tutto quello che ci infastidisce e ci fa soffrire sono tutte caratteristiche che ci appartengono o sono potenziali o ci servono comunque per cambiare qualcosa di noi… Anche per contrappasso non dico di no, ma sempre noi riguardano.

E’ tutto in origine dentro di noi

Il collega che ce l’ha a morte con noi, i nostri parenti che non si sopportano reciprocamente, le malattie dei nostri genitori, l’automobilista che ci aggredisce, il maleducato che ci passa davanti in fila, la pioggia battente che non accenna a cessare, il caldo soffocante, è tutto in origine dentro di noi.

Noi siamo la rabbia, noi siamo la lite, noi siamo la malattia, noi siamo l’aggressività, noi siamo la maleducazione, noi siamo il maltempo e sono tutte caratteristiche da modificare in noi.

Lasciamo passato e futuro dove sono

nel rapporto vittime e carnefici e Ho’oponopono

Impariamo a lasciare passato e futuro dove sono, l’uno alle spalle e l’altro in avanti, senza volerlo per forza anticipare con timori, preoccupazioni o altro. Proviamo ad osservare ciò che ci capita con il dovuto distacco e discernimento.

Cominciamo a guardare le situazioni che non ci piacciono dall’esterno, per vederne il vero contenuto, per coglierne il messaggio, l’insegnamento. Per vederne il vero motivo profondo, per cui si sono manifestate, o potremmo anche dire per cui le abbiamo attratte!

E se non riusciamo a coglierlo, se non ci riusciamo a vederne la bellezza, chiediamo aiuto alla nostra guida interiore al divino in noi, a Dio, Facciamoci aiutare chiedendoglielo. Chidiamo di aiutarci ad individuare   i timori e gli ostacoli energetici, le convinzioni, le credenze limitanti che non ci permettono di sentirci liberi e gioiosi.

E ancora di più se non riusciamo o non vogliamo individuarli … puliamoli comunque con Ho’oponopono (ScusaGrazieTiAmo)

Benedico il bene presente in questa situazione e chiedo di vederlo!

e lasciamoli andare.

Questo è il rapporto vittime e carnefici e Ho’oponopono

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Giovanna Garbuio

Mi chiamo Giovanna Garbuio non mi piace definirmi, ma se proprio lo devo fare direi che sono una libera pensatrice. Sono inciampata nel 2008 su ho'oponopono e l'ho subito identificato come la via per lasciar andare tutte le domande! Sono stata la prima a scrivere qualcosa di strutturato su Ho'oponopono in Italia.  Sono entrata in contatto con la cultura Hawaiana dunque, quando ancora in italiano non c'era letteratura e quella poca che c'era era per lo più fuori stampa e quindi non più disponibile.

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