Giovanna Garbuio

Il pendolino per Ho’oponopono è uno strumento importante

Il pendolino per Ho’oponopono

Uno strumento efficace

Il pendolino è uno strumento efficace per praticare Ho’oponopono, nell’intento di pulizia attraverso il contatto con il bambino interiore, con lo strumento dell’Amore. Il pendolino per ho’oponopono è importante.

Al nostro interno c’è questo computer che per quanto sovraccarico di informazioni e a volte leggermente capriccioso è pur sempre uno strumento di conoscenza molto vasto. Questo computer in hawaiano si chiama ‘Unihipili‘ (il subconscio).

E imparare a relazionarci con lui è la cosa migliore che possiamo fare per il nostro sviluppo interiore e soprattutto per acquisire un enorme grado di ‘fiducia‘ e ‘potere‘.

Unihipili parla con le emozioni oltre che con i simboli e le immagini ed è interrogabile in una grande quantità di modi (pendolino, metodo Silva, programmazione dei sogni, linguaggio simbolico, Maestri Ivisibili, Alpha dinamica ecc ecc). Se impariamo a occuparci di Unihipili, questo amico ci darà moltissime delle risposte di cui abbiamo bisogno.

Andrea Panatta
Il pendolino per Ho'oponopono
Il pendolino per Ho’oponopono

Il pendolino per Ho’oponopono è una tecnica per entrare in contatto con il proprio Unihipili (bambino interiore/subconscio).

Il pendolino deve essere realizzato con un oggetto metallico (perché risponde al nostro campo elettromagnetico) e uno spago (meglio se di fibra naturale tipo cotone) lungo circa 20/25 cm.

Prendete il vostro pendolino.  Tenete lo spago del vostro pendolo tra il pollice e l’indice.  Tenete la mano comodamente all’altezza delle spalle in modo che il peso alla fine dello spago penda liberamente. Trovate una posizione tale da dare al filo dalle vostre dita al peso, una lunghezza di almeno 10/15 cm.

Ponetevi sopra una superficie (tavolo) e tenete il pendolo a ¾ cm dalla superficie. Appoggiate il gomito alla superficie, cercando di tenere il polso sciolto, o almeno non teso, e un po’ piegato, di modo che il palmo della mano sia quasi parallelo al piano del tavolo. Alcuni, tuttavia, suggeriscono di tenere il polso dritto, di modo che il pollice sia in linea retta con l’avambraccio.

La cosa fondamentale è essere rilassati con il pendolino per ho’oponopono

Chiedete a Unihipili di utilizzare i muscoli involontari per far oscillare il pendolino nel modo che deciderete insieme, così che Unihipili sia libero di fornire autonomamente delle risposte e successivamente renderle note a Uhane (razionalità) tramite le oscillazioni del pendolino.

Rimanendo in questa posizione per un po’, ci si accorgerà che dopo qualche tempo (in genere uno o due minuti) il pendolo inizierà a muoversi: il braccio vibrerà di movimenti involontari ed impercettibili, i quali si trasmetteranno, attraverso il filo, al pendolo.

Lasciate quindi che il pendolo oscilli liberamente come “vuole”, cercando di tenere consciamente la mano ferma senza però forzare né il movimento né l’immobilità. Semplicemente concentrandovi sulle vostre energie interiori, piuttosto che sul pendolo e osservatene all’occorrenza i movimenti.

Con voce calma, ma normale, dite al pendolo di muoversi in senso verticale (linea retta perpendicolare a quella delle nostre spalle). Solitamente il pendolo, dopo un tempo che può arrivare a 20 secondi comincerà a muoversi. Non fatelo oscillare muovendo le vostre mani. Le mani devono essere costantemente ferme e rilassate.

Molto presto, il pendolo inizierà a muoversi come se fosse diretto, dapprima lentamente, poi guadagnando velocità.

Se si ferma, avviate nuovamente il processo, solo con l’intenzione… non dovete essere “voi” a muovere il pendolo. Una volta che il pendolo inizia di nuovo a muoversi in senso verticale, lasciatelo per qualche istante e poi ditegli di smettere. Allo stesso modo, chiedete al pendolo di muoversi orizzontalmente, diagonalmente, in senso orario, antiorario…

Una volta presa un po’ di confidenza con l’oggetto scoprite i segni “Sì” e “No”.

Il pendolino per Ho’oponopono

Pensate ad una domanda a cui si è certi che la risposta è affermativa. Ora concentratevi sulle vostre energie interiori e fate questa domanda al pendolo. Notate il movimento del pendolo – normalmente è verticale o in senso orario per il “Sì”. Questo è il segnale del vostro pendolo “sì” per voi.

Ora ripetere il processo con una domanda alla quale la risposta è certamente negativa. Notate quindi il movimento del pendolo. Normalmente è orizzontale o in senso antiorario per il “No”. Quello che è certo è che deve assolutamente mostrare un movimento diverso (rispetto al segnale  “Sì”) e questo è il segnale per il “No”.

Alcune persone ottengono il loro “Sì” e “No” presto, mentre altri hanno bisogno di praticare un po’di più, è molto soggettivo.

In ogni caso se si incontrano grosse difficoltà in questa fase, è sempre possibile produrre da sé, volontariamente, i movimenti che si vogliono associare al sì e al no, e spiegare al pendolo che quei movimenti dovrà fare per rispondere sì e no alle domande che gli verranno rivolte.

Quindi si procederà ad una verifica con delle domande a risposta certa (per esempio mi chiamo il mio nome, sono nella mia città ecc..), per vedere se si è riusciti a stabilire un codice di comunicazione, chiedendo al pendolo di rifare i movimenti che gli sono stati insegnati.

Se si incontrano difficoltà è probabile che Unihipili voglia essere incoraggiato: provate a fargli capire che lui è per voi un compagno importante ed è necessario che voi due impariate a comunicare in questo modo, così che lui vi possa fornire la propria opinione sui vostri ricordi e sul vostro modo di agire. E fatelo sempre come se fosse un gioco. Perchè di fatto tutto è un gioco!

Il pendolino per Ho'oponopono
Il pendolino per Ho’oponopono

Infatti Uhane ha il compito di stabilire le regole del gioco, soggettive e non stabilite in modo convenzionale fra tutti gli operatori del settore e le deve spiegare accuratamente a Unihipili, in modo che Unihipili sappia come rispondere in modo comprensibile.

Una volta “concordato” il codice di comunicazione con il proprio subconscio, è possibile iniziare – per gradi – a porre qualche domanda. Per esempio domande tipo: “Riusciremo a comunicare io e te?” “La lunghezza scelta del filo va bene?” ”La concentrazione è sufficiente?” “Il momento della giornata è adatto”…

Le risposte potranno non arrivare subito. Occorre un po’ di pazienza le prime volte.

Ottenute le prime risposte – probabilmente positive – si potrà iniziare a porre al pendolo altre domande, la cui risposta non è conosciuta, ma è verificabile nell’immediato… e poi via via si può entrare in una ricerca e analisi sempre più profonda.

Ovviamente ricordiamo sempre che stiamo comunicando con Unihipili, il sub conscio che basa tutta la sua attività sulle memorie che custodisce, perciò anche le risposte che ci giungeranno saranno risposte basate sulle memorie…. certamente utile per riconoscere armonie e disarmonie interiori, ma non certo per conoscere il futuro e prendere delle decisioni… per quello bisogna comunicare con Aumakua!

Il pendolino per conoscere se stessi

Il pendolino per Ho'oponopono
Il pendolino per Ho’oponopono

Ma per entrare in contatto con il nostro Io Superiore (Aumakua) dobbiamo comunque  farlo attraverso il subconscio (Unihipili)  e per farlo in modo fluido ed efficace dobbiamo essere in sintonia con il nostro bambino interiore.

Tuttavia Unihipili ha la chiave della nostra felicità, perché noi stiamo creando molte esperienze, ma non siamo in realtà coscienti di farlo. E’ questo bambino che sta effettivamente creando, partendo dai dati che possiede che gli derivano da tutte le esperienze passate.

L’obiettivo di questo Bambino, che è logico e esegue gli ordini che riceve, è essere felice e quindi renderci felici (lui non lo può essere se noi razionalmente non lo siamo e viceversa), come qualunque altro bambino al mondo, egli si ama e si identifica col nostro essere fisico. Come qualunque bambino ha bisogno che gli si presti attenzione, gli piace che lo si vizi e deve sentirsi davvero amato, stimato e protetto.

Il nostro subconscio, adeguatamente istruito, ripulito e rilassato, può dirci tutto quello che abbiamo bisogno di sapere, per il nostro benessere a 360°. Ma ricordiamo sempre che è il subconscio e in questa forma di comunicazione non c’è nulla di magico.

La comunicazione con il nostro subconscio può  guidarci davvero verso ciò che è meglio per noi, se solo impariamo come farlo, senza convincerci  o illuderci di fare altro.

Il pendolino è un ottimo strumento per metterci in comunicazione. Ascoltarlo con estrema attenzione quando lui comunica con noi è il più grande atto d’Amore nei suoi confronti che possiamo compiere, perchè dove è la mia attenzione, lì è il mio Amore.

Il pendolino per Ho’oponopono

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Il pendolino per Ho’oponopono

Giovanna Garbuio

Mi chiamo Giovanna Garbuio non mi piace definirmi, ma se proprio lo devo fare direi che sono una libera pensatrice. Sono inciampata nel 2008 su ho'oponopono e l'ho subito identificato come la via per lasciar andare tutte le domande! Sono stata la prima a scrivere qualcosa di strutturato su Ho'oponopono in Italia.  Sono entrata in contatto con la cultura Hawaiana dunque, quando ancora in italiano non c'era letteratura e quella poca che c'era era per lo più fuori stampa e quindi non più disponibile.

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  1. Grazie, in effetti non capivo come mai si muovesse come gli dicevano di fare i miei occhi … quando gli ho chiesto di fare un triangolo….. ho cercato su internet…. mi stavo spaventando…. ma invece è tutto amore…. Grazie, sei arrivato al momento giusto …. per me….

  2. Ciao, buon giorno, vorrei in questa sede porre una domanda alla quale non sono riuscita a dare spiegazione. È possibile che un pendolino di quarzo rosa provochi un’eritema tipo ustione sulla pelle se indossato a modo di collana (all’altezza del chakra del cuore)? Grazie di cuore a chidomani saprà darmi una risposta al mio quesito.

    1. Ciao,
      il mio percorso con Ho’Oponopono è cominciato da tempo e adesso è diventato la mia quotidianità.. Grazie, questo è esattamente quello che stavo aspettando per passare alla comunicazione diretta con Unihipili, solo che prima di leggere questo articolo non avevo idea di cosa avevo bisogno, ma non appena ho letto ho capito..
      Grazie, Ti Amo..

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